Ponte san Nicolò PD
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La storia

Alle porte di Padova, sulla strada Piovese ecco: PONTE SAN NICOLO’, con le sue tre frazioni storiche Roncaglia, Roncajette e Rio.
Ponte San Nicolò ha titolo sia per far parte dell’area metropolitana padovana e sia per essere la porta di accesso alla Saccisica. Questa sua posizione geografica ha prodotto nel XX secolo dei fenomeni interessanti come il boom demografico e la nascita di due zone artigianali e industriali ed una lunga zona commerciale lungo tutta la statale Piovese che inizia proprio al confine con il Comune di Padova e prosegue di fatto sino ai confini con Legnaro. L’abitato è attraversato dal vecchio ramo del Bacchiglione detto Canale Roncajette perché appunto passava per Roncajette che anticamente era il centro maggiormente rappresentativo. La zona era già abitata al tempo dei Romani, dati i reperti archeologici rinvenuti nel fiume nonché l’esistenza documentata di una via romana da Padova a Codevigo e da sud veniva sfiorato dal tracciato della via Annia che collegava Adria con Aquileia passando per altino e arrivando da sud verso Patavium passava nelle vicinanze di Rio, Salboro. I documenti storici e le citazioni specifiche partono dagli anni intorno al Mille, quando il Retrone (antico nome del Roncajette) lambiva le sponde di un’estesa foresta denominata Onedo, Olmedo o Onido, cioè «foresta di olmi». Roncaglia e Roncajette derivano il loro nome dal verbo latino «roncare», cioè disboscare. I luoghi erano quindi tutti boscosi e la “roncola” è appunto lo strumento agricolo adatto al disboscamento e alla bonifica.
L’attività agricola si è sviluppata nei secoli successivi al Mille, soprattutto dopo le bonifiche benedettine a sud di Padova, con la produzione di legumi e cereali. Le bonifiche si sono rese necessarie perché il corso del fiume non era arginato ed aveva un andamento molto tortuoso con impaludamento di tutta la zona. Dalla regimazione dei fiumi e dalla possibilità di utilizzo dell’acqua derivò la possibilità già nel settecento di usare mulini galleggianti per la macinazione del grano e poi del granoturco e lo sviluppo di insediamenti vicino al fiume, dove fu costruito un ponte «Sancti Nicolai» che inizialmente era in legno di rovere. Del 1228, ad opera della Repubblica Padovana, viene costruita la prima struttura in pietra con le tre possenti arcate ricordate nello stemma comunale. Tuttavia anche se con opere idraukiche il corso d’acqua si è spesso riversato sul paese perché gli argini non avevano le dimensioni di oggi ed il Bacchiglione non era ancora regolato in modo efficace. Memorabili inondazioni citate nelle fonti storiche si ebbero a Ponte San Nicolò nel 1882 e nel 1907 e – più vicina a noi quella del 1966 causate, con molta probabilità le prime due, dalla presenza dei mulini e dalla “rosta” fatta di alberi, vegetazione , detriti che si fermavano sulle arcate del ponte con le alluvioni e dove erano ormeggiati i mulini, che con le loro paratie deviavano in parte il corso dell’acqua e l’ultima dalla rottura dell’argine esterno in seguito alla piena .
Dopo l’alluvione del 1907 si decise di abbattere il ponte in pietra perché le varie arcate erano troppo strette e spesso con l’alluvione avveniva che formanavo le roste di alberi, legname, foglie ecc. creando una sorta di diga che rallentava il deflusso, sottoponeva il ponte ad una forte spinta laterale e faceva esondare il fiume. Finalmente nel 1913 fu inaugurato il nuovo ponte in acciaio a campata unica un gioiello della tecnologia dell’epoca fatto in potrelle d’acciaio imbullonate con chiodi ribaditi a caldo ossia con la stessa tecnologia della torre Eiffel della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Doveva trattarsi del primo o secondo ponte in Italia costruito con questa tecnologia . Il ponte a campata unica veniva posto su un argine appositamente innalzato e posto addirittura di traverso rispetto alla strada. Il ponte del 1913 è’ l’attuale ponte che ancora oggi collega le due sponde del paese, sempre molto trafficato a testimonianza della vitalità del paese, delle sue frazioni e anche della bontà della tecnologia usata. In cento anni ha subito solo delle manutenzioni.
I resti antichi del ponte in pietra e quelli dei mulini di proprietà di casa Turcato si possono ancora scorgere sotto l’attuale ponte. Sulle arcate in pietra sono affissi tre stemmi nobiliari con le insegne del casato dei podestà che lo hanno costruito . Uno dei tre è certamente lo stemma dei Malatesta da Rimini in quanto un loro discendente fu podestà di Piove di Sacco e costui fecere erigere e sistemare il ponte in pietra com passaggio fondamentale per superare il fiume e raggioungere quindi Piove e tutta la vasta area della Saccisica sino al mare. Con il nuovo ponte vennero distrutti gli antichi mulini galleggianti che per secoli avevano caratterizzato il luogo.
Roncajette invece è un secondo passaggio sul fiume e antico punto di snodo per via d’acqua tra il padovano e le bonifiche benedettine. Il fiume è stato arginato in vari momenti e davanti alla villa Da Rio era rimasto il “ canale morto” ossia il ramo del Bacchiglione tagliato fuori dalle arginature fatte nell’800 e nel 900. Anche Roncajette è un toponimo antico con l’antica chiesa dedicata a San Fidenzio e luogo ove la forza dell’acqua veniva utilizzata per i mulini e per alimentare la cartiera i cui ruderi si possono ancora vedere vicino alla chiesa parrocchiale.
Rio ha una storia in parte diversa per secoli è stata una curazia dipendente da Voltabarozzo infatti all’epoca non era ben collegata via strada con Ponte San Nicolò un po’ meglio con Roncajette aveva una chiesa antica dedicata a San Antonio Abate che è stata demolita nel 1946-47 per far posto alla nuova chiesa parrocchiale dedicata a San Carlo e a Sant’Antonio Abate. E’ rimasto però l’antico campanile che chiaramente non ha più le proporzioni né lo stile della nuova chiesa.
Cose interessanti da vedere:
La chiesa parrocchiale di Roncajette è dedicata a San Fidenzio il cui corpo fu rinvenuto secondo la tradizione nella vicina Polverara. Chiesa molto antica forse eretta su preesistenze romaniche, la prima citazione storica è però solo del XIII secolo. Contiene un polittico del XIV secolo molto bello e chiaramente di derivazione bizantina e una bella statua in ceramica della Madonna attribuita al Briosco. La Villa da Rio a Roncajette sorge in via Tintoretto, prospiciente l’antico alveo del fiume detto «canale morto» ora scomparso. Alla famiglia dei Da Rio, non nobile ma molto ricca e colta, apparteneva Antonio Da Rio, scienziato contemporaneo di Pietro d’Abano. La villa si fa notare per la sua struttura lineare, elegante ma estremamente semplice. Il corpo centrale risale al XVII secolo; al secolo successivo risalgono i corpi laterali, ribassati, dove, fra l’altro, si può notare la cappella gentilizia con annessa sacrestia. Data alla metà del XIX secolo l’annesso campanile. All’esterno un’alta mura protegge il cortile interno, dal quale un tempo si accedeva ai giardini ed ai frutteti. Ora la villa viene utilizzata per feste, ricevimenti ecc.
A Roncajette è visibile ancora una bella opera di archeologia industriale ossia la passerella pedonale sospesa sul fiume costruita in acciaio ai primi del novento ed ora in completo abbandono
A Ponte San Nicolò l’antica chiesetta di San Nicolò patrono dei naviganti, citata in documenti del XII secolo, è ora completamente abbandonata.
La Casa Nardo detta anche la casa del Capitano. E’ una casa in pietra costruita nel secondo XVII sorgeva in prossimità dell’ansa del fiume e reca ancora i segni degli attracchi dei barconi.
Villa Tian a Roncaglia bell’edificio settecentesco che sorge di fianco alla Chiesa Parrocchiale dedicata a San Basilio, fu costruito per i nobili Tian in stile veneziano e conserva ancora la struttura originaria, anche se oggi si deve lamentare la perdita delle statue che ne ornavano il cornicione. La villa è proprietà privata ed in ottimo stato di conservazione. Più recente ma estremamente interessante è Villa Crescente, fatta costruire ai primi del 1900 da Cesare Crescente. Acquistata dal Comune nel 1996 è ora divenuta Villa Comunale anche se è in pessimo stato di conservazione . Il Palazzo ex Montesi già Laboratorio analisi e centro selezione bietole costruito da Ilario Montesi e si vede ancora oggi sulla via Piovese prima della rampa del ponte. È stato disegnato quale stabilimento produttivo dagli arch. Mansutti e Miozzo nel 1940 (il progetto originale è a Rovereto). Il cimitero di Roncaglia-Rio ha all’esterno la monumentali sculture in acciaio corten «I Guardiani della Dormiente» di Antonio Ievolella (1952). L’opera, definita di scultura-architettura, si compone di 7 alte figure di guerrieri giganti ed un bassorilievo con vasi in ceramica lungo tutta la via d’ingresso al cimitero.
A Rio il “Palazzo dee Siore” un antico palazzo signorile di proprietà privata che sorge in via Gasparini con soffitti lignei ora in completo abbandono.