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La promessa di matrimonio

Ogni professione ha la sua gavetta, ogni fante ha il suo battesimo del fuoco, ogni avvocato… deve pur aver il suo primo cliente. Il mio primo cliente è stato un carissimo amico d’infanzia e compagno di giochi. Non ero ancora laureato quando mi affidò un delicatissimo caso, che lo aveva appena colpito e terrorizzato, un caso, che lui non sapeva come affrontare. Mi incontrò a Rio al bar, ove di solito ci incontravamo dopo la partita di calcio e mi disse, non molto dispiaciuto, di esser stato “cacciato” dalla fidanzata, ma ancor più spaventato perché “menato” dal padre della ragazza. Io lo conoscevo come uno molto bravo a giocare a calcio e riscuoteva anche un discreto successo con le ragazze, perché sempre elegante e simpatico. Sapeva prenderle per il verso giusto, ma questa disavventura mi colse di sorpresa. Lo avevo visto all’opera in varie situazioni e mi sembrava sempre molto fortunato con le donne, ma anche molto ingenuo. Probabilmente la fidanzata non era stata dello stesso avviso.

Mi raccontò, tutto trafelato, che il lunedì precedente, dopo l’allenamento era andato, come al solito, a casa della “morosa” e lì lo avevano accolto usando il plurale, come un lazzarone. Senza tanti preamboli il padre della ragazza lo aveva acchiappato per il collo sulla porta di casa e gli aveva mollato due ruvidi ceffoni. La madre urlava fuori dal balcone con la “mescola” della polenta in mano, la ragazza inveiva, urlandogli di tutto e “tirandogli dietro” la pelliccia, uno dei tanti regali di compleanno che raccolse per strada. Il padre promise, che se si fosse fatto rivedere di nuovo gli avrebbe” spaccato il muso”. La madre, per calmare le acque, ripeteva continuamente nei suoi confronti “porseo” o “te rovino”. Assistettero alla scena anche alcuni vicini attirati dalle grida e dalle urla.

Fresco di studi giuridici lo calmai amichevolmente e gli dissi: «Stai tranquillo, mi sembra evidente che si è rotto un fidanzamento, però sappi che il mio grandissimo professor Trabucchi ci ha detto “tutte le promesse sono debito tranne una”. Quale? Ma è ovvio, la promessa di matrimonio. Essa non obbliga chi non la mantiene». Tranquillizzandolo: «Sai l’affetto a volte può tramutarsi in rabbia, ma il tempo sistema tutto, e se la ragazza non ti cerca vuol dire che non ti merita» – notai però, di non averlo affatto tranquillizzato.

«Sì ma non ti ho detto tutto – riprese lui – perchè ieri mi è arrivata a casa questa raccomandata dell’avvocato». Mi presentò una bella lettera raccomandata scritta su carta intestata di grande qualità ed a lui diretta.

Lessi lentamente la lettera scritta in modo molto professionale, ove si diceva, che lo si riteneva responsabile della rottura degli “sponsali” e che doveva di conseguenza risarcire i danni “patiti e patiendi” ed infine chiudeva intimando anche “la restituzione dei doni”.

Mi disse di esser più preoccupato per i contenuti dell’intimazione dell’avvocato che non per le minacce del padre. «Sai io non ho mai avuto a che fare con avvocati e giudici, e non vorrei mai finire in galera perchè mi piace la compagnia femminile».

Lo rassicurai di nuovo: «Tranquillo! La vicenda è al momento solo di diritto civile, non c’è nessuna implicazione penale per questa vicenda, non rischi nessuna galera!» – ciò lo rassicurò solo un pochino.

«E poi!» Ebbi una grande intuizione, gli dissi: «Dammi questa lettera che contatto l’avvocato! Vedremo di sistemare la faccenda! Dimmi intanto cosa ti ha regalato di importate la tua fidanzata, in questi anni di fidanzamento».

Lui affermò: «Nulla di importante, una catenina, un fermocravatta che non metto mai, perchè non porto la cravatta ed alcune altre cosette. Ma niente di particolare!».

Contattai allora, con grande trepidazione e timore reverenziale, l’avvocato della lettera il quale invece mi accolse subito con grande simpatia, come se si fosse trattato di un collega. Gli spiegai che non ero un avvocato, ma solo un amico che voleva dare una mano al suo compagno d’infanzia sfortunato, ma forse anche un po’ birichino e tranquillizzarlo un pochino. Pronunciai con timore la parola danni, che avevo visto nella lettera.

«Beh ! Non mi sembra che ci siano questi grandissimi danni! La ragazza è giovane, troverà sicuramente di meglio. Su una cosa però non transigo, deve restituire tutti i regali che ha ricevuto, perchè su questo la ragazza ed ancora di più i suoi genitori, sono furiosi. Portami qui tutto, perchè la ragazza non vuole più rivederlo!».

Mi sentii subito più tranquillo. Studiai il caso. Il codice civile un po’ vecchiotto dice all’art. 80, che dopo la rottura della promessa di matrimonio “il promittente” può chiedere la restituzione dei doni fatti a causa della promessa di matrimonio.

Mi incontrai allora con il mio amico, che avevo deciso di assistere e gli dissi: «Senti ho parlato con l’avvocato della tua ragazza! Mi ha detto, che al momento non vede quali danni possa chiederti, ma su un punto non può rinunciare assolutamente. Vuole che tu gli restituisca tutti, ma proprio tutti i regali, che la ragazza ti ha fatto in questi anni. Sei d’accordo?»

«Certo – disse lui – vedo di raccogliere tutto e gli consegniamo tutti i regali».

Io però insistetti: «Guarda che è importante! Devi restituire tutto, ma proprio tutto quello che hai ricevuto, perchè non voglio contestazioni».

Lui mi rassicurò di nuovo. «Restituirò assolutamente tutto».

Presi allora contatto con l’avvocato e fissai un appuntamento per restituire i doni. Fu di nuovo gentilissimo e rapidissimo. Vieni in Studio in via Altinate giovedì alle ore 16.00 mi disse l’avvocato. Allora mi misi d’accordo col mio amico per andare all’appuntamento e di nuovo gli raccomandai di raccogliere e restituire tutti i regali. Ci trovammo il giovedì in via Altinate. Puntualissimo! Ben vestito con la sua bellissima BMW già parcheggiata dopo la fioreria.

Di nuovo gli chiesi: «Hai preparato tutto quello che dobbiamo restituire?».

«Sì ! – rispose lui deciso – ho riempito quattro scatoloni e li ho tutti qui pronti nel bagagliaio». «Bene!»

Allora salimmo nello studio dell’avvocato, il quale dopo una breve anticamera mi ricevette con un bel sorriso e subito mi disse: «Mi hai portato i regali da restituire?»

«Sì! Sì! – risposi io – abbiamo tutto. Ma sono quattro scatoloni e li abbiamo giù in macchina». «Accidenti – disse lui – quanta roba! Però va bene! Mettete tutto in questa stanza, che io sono momentaneamente occupato» – ci affidò ad una segretaria, la quale ci aprì la porta della stanza e ci aspettò sull’entrata.

Noi scendemmo di nuovo in via Altinate e prendemmo uno scatolone a testa e poi un altro giro con un altro scatolone. Pesavano moltissimo quegli scatolini e la scala era anche stretta. Li poggiammo dove ci aveva detto l’avvocato e poi lo aspettammo.

Dopo mezzo minuto arrivò subito da noi e disse: «Bene, bene! Mi avevi detto che era poca roba vedo però quattro scatoloni».

Risposi: «Sai, ho voluto che restituisse tutto ma proprio tutto, perchè non voglio discussioni»

Il mio amico ribadì: « Avvocato ho veramente raccolto tutto e messo tutto su questi scatoloni».

«Beh! Vediamo un po’ di cosa si tratta» – disse l’avvocato e con ciò aprì uno scatolone.

Saltarono fuori bottiglie di olio, pacchi di pasta, fette di parmigiano, nonché barattoli di pomodoro.

Ero stupito ed ancor più stupito rimase l’avvocato, che disse al mio amico «Ma sei così morto di fame da farti regalare la pasta ed il pomodoro?».

«No! E’ che io gioco a calcio e spesso dopo l’allenamento passavo sempre dalla morosa, la quale mi preparava sempre la pastasciutta ed il mio amico mi ha detto che devo restituire tutto ma proprio tutto ed allora io ho calcolato quanta pasta e quanto pomodoro ho mangiato e lo ho restituito!».

«Ma! – disse perplesso l’avvocato – questa restituzione potrebbe essere scambiata per una mezza offesa».

Io cercando di rimediare al mezzo errore di non aver controllato prima i regali da restituire e all’ingenuità del mio assistito dissi all’avvocato: «Le abbiamo restituito tutto ma proprio tutto! Ora veda Lei, cosa restituire e cosa no, in modo che non si possa equivocare!». «Bravo! – mi disse – Provvedo io».

Il mio amico fu sollevato ed uscendo, mi ringraziò cento volte. L’avvocato, soddisfatto, non mandò più ulteriori raccomandate.

Alcuni mesi dopo lo incontrai per caso nel vecchio Tribunale. Mi riconobbe ed io allora gli chiesi: «Avvocato ha restituito tutti i regali che le abbiamo portato?».

«Certo – disse lui – ho restituito prontamente tutto quello che andava restituito! Mentre i prodotti deteriorabili sono stati tutti immediatamente distrutti – ma si lasciò sfuggire – Peccato! Perché alcuni erano veramente buoni!»