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Zamosc, la Padova polacca

Di Padove nel mondo ce ne sono almeno una decina, fondate soprattutto da emigranti veneti nostalgici del loro paese, ma questa Padova polacca, di cui vi racconto, è nata in una maniera del tutto particolare.

Si trova nel Voivodato di Lublino, ai confini con l’Ucraina, ed è una città nata di sana pianta nel ‘500 dalle mani di un costruttore Veneto, l’architetto Bernardo Morando e dalla mente di un mecenate, Giovanni Zamoyski, nobile polacco che aveva studiato all’università di Padova e della nostra città si era innamorato.

Il Morando lo seguì in tutto e per tutto nei suoi disegni e nella sua aspirazione di crearsi dal nulla, tutta per sé, una città ideale dove vivere come un vero signore del Rinascimento, un po’ come lo era Sabbioneta per i Gonzaga o Pienza, nel senese, per Papa Pio II Piccolomini.

Voivodato di Lublino

Costruita su pianta pentagonale come la città fortezza di Palmanova la volle a immagine e somiglianza dell’uomo: la testa era naturalmente la sua dimora, il Palazzo Zamoyski; la spina dorsale la via centrale; il cuore il municipio; i bastioni e le mura le mani e i piedi, a supporto e protezione della città; l’Accademia il polmone culturale.

Ne nacque un complesso urbanistico unico al mondo, aperto a tutte le fedi e a tutte le culture, nella tolleranza più assoluta, vocato al mercato globale, tanto che non tardarono ad insediarsi mercanti armeni, greci, ebrei, ungheresi, tedeschi, italiani e perfino scozzesi. E questo per quattro secoli, fino al tristissimo 1939 con l’invasione della Polonia da parte di Hitler. A Zamosc i nazisti, per prevenire ogni possibile futura rivolta, radunarono nella piazza grande della città avvocati, preti, magistrati, uomini d’affari, insegnanti, perfino gli scout e le guide, anche se erano giovani o giovanissimi, spazzando via d’un solo colpo tutta la classe dirigente. Li portarono alla vecchia fortezza della Rotunda e li uccisero tutti. Ora quel posto di morte è diventato un Sacrario e la “Padova del nord”, fondata come esempio di città “ideale” ha riscoperto poco a poco le sue origini e la sua peculiarità turistica tanto da essere stata dichiarata nel 1992 Patrimonio dell’Umanità. E son tornate a risplendere le sue strade ricche di negozi, le sue chiese e le sue sinagoghe, i suoi palazzi multicolori, così come la piazza grande del mercato circondata da una sequenza di case porticate, unico esempio del genere esistente in Polonia, così simile alla nostra piazza dei Signori.

Piazza del mercato a Zamosc

Due piccole note storiche curiose

1. Dovete sapere che in via Vescovado, a Padova, esiste un palazzo denominato “casa degli specchi” per la sua splendida facciata impreziosita con tondi marmorei simili a specchi, costruita come sua dimora dal celebre architetto Annibale da Bassano. Ebbene, nel lontano 1699 vi fu ospite la vedova del nipote di Jan Zamoyski, Maria Casimira che nel frattempo era stata eletta regina di Polonia avendo sposato in seconde nozze il re Giovanni Sobieski. E questo re, già studente anch’egli nella nostra università, lo potete ammirare in posa guerresca nella sua bella statua in Prato della Valle al n.75. Quando si dice dei tanti legami che la nostra città ha avuto con l’Europa!

La facciata della “Casa degli specchi” a Padova, in via Vescovado

2. Per non parlare della famosa “gallina padovana” dal folto ciuffo e dalle zampe piumate. Della sua provenienza molto si è discusso ma alcuni storici non hanno dubbi e propendono che sia arrivata proprio dalla Polonia, magari al seguito di qualche nobile studente che, naturalmente su raccomandazione della madre, avrebbe dovuto “tirarsi un po’ su” con l’ovetto mattutino durante i severi studi patavini… Ah, potenza dell’amore materno!

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